Andar per fiori
I fiori sbocciano ovinque: lungo le strade, sull'asfalto, sui muri, in città come sui monti, al mare come nel deserto, nel bosco, nei prati, nel fosso dietro casa, sulle rocce o nei parcheggi, occorre solo fermarsi per guardarli. E' questione di tempo, non di luoghi.

Andar per fiori è un po' come andare a caccia, bisogna seguire tracce, indizi, intuito e fortuna anche, immagine brutta lo so ma rende bene l'idea, è un andare alla ricerca di qualcosa che non è mai prevedibile, che si mostra si, ma spesso negli angoli più nascosti ed inaspettati, è una scoperta, un itinerario interiore, un incontro "fortuito".
Ogni primavera è diversa dalle altre, pertanto diventa difficile tracciare degli itinerari ed anche questo è il bello dell'esplorazione e della scoperta, perchè la bellezza è una cosa che va cercata, desiderata, inseguita e guadagnata, anche con un po' di fatica e di tenacia. Altrimenti andate in un giardino botanico, in una serra o in un parco, e li andate a colpo sicuro, ma vi perdete la parte più bella della natura: il vostro viaggio personale, la vostra esperienza.
Spesso il fiore più bello ti coglie di sorpresa, come un regalo inaspettato, magari ti aspetta dietro ad un cespuglio quando ti apparti per fare pipì, o quando imbocchi un sentiero sbagliato e all'improvviso sbuchi in un magnifico prato in fiore, ricorda che nulla è mai per caso!
Molti rimarranno delusi da queste parole, perchè si aspettano qualche itinerario preciso da percorre tranquillamente e trovare fiori a iosa a destra e a manca, magari anche con le tracce gps ed i tempi di percorrenza, il dislivello e via dicendo, ma questa non è la natura selvaggia, non funziona così. Mi dispiace. Io poi non amo dare indicazioni, perchè i gusti sono sempre cose personali, le persone nella loro mente si fanno aspettative che non corrispondono alle tue, e spesso rimangono poi deluse dai posti consigliati Spesso poi mi accorco che le persone che mi chiedono informazioni o consigli non sanno nemmeno loro cosa cercano esattamente, quindi se posso evito di espormi in lusinghe, vedendo nello sguardo altrui una sorta di incredulità mista a scetticismo e sufficenza.
Con le mie sommarie indicazioni, con questo mio sito stesso, cerco di dare non informazioni, ma spunti e suggerimenti, poi ognuno deve sentirsi libero di crearsi un suo percorso, come amo fare io. Ma forse il problema è proprio questo, per molte persone la libertà spiazza, vorrebbero una pappa pronta su misura delle proprie aspettative, a prova di delusione, precludendosi così il piacere della scoperta e dell'esplorazione. Probabilmente è proprio l'avere aspettative l'aspetto più deludente della faccenda. Un'avventura, piccola o grande che sia, non è mai sicura e garantita, ma è pur sempre un'avventura e l'immersione nella natura è sempre fruttuosa, per un motivo o per un altro.
Indicazioni di massima
Per quanto sia velleitario e pretenzioso fare una guida sulla ricerca dei fiori selvatici, in base a quanto esposto sopra, proverò a dare qualche indicazione di massima sulle zone del parmense dove è probabilmente più facile poter incontrare e fotografare fiori selvatici in natura.
Partiamo pure dalla città e dai luoghi urbani, perchè spesso i fiori si addentrano anche nella giungla urbana sfidando con la loro delicata bellezza tutti i pericoli del mostrarsi spavaldamente ai temibili esseri umani, e per giunta proprio nel loro habitat, così inospitale ed insidioso. Eppure sono proprio questi i fiori che io più adoro, coraggiosi e noncuranti, portano silenziosi il loro messaggio offrendo sé stessi, disinteressatamente, come esempio. Li pui vedere aggrappati a vecchie mura, lungo i marciapiedi, sbucare tra le crepe dell'asfalto o fare capolino tra i tombini. Ho visto bellissimi papaveri sbucare caparbiamente tra le piastrelle appena posate nella stazione di Collecchio, quasi a sfidare l' altrettanta tenacia dell'uomo nel tentare di reprimere le forze spontanee della vita. Questi sono tra i fiori che più mi piacciono, perchè sfidano ogni nostra logica e regalano sempre un sorriso quando li vedi così impavidi!
Lasciata alle spalle la città, le nostre campagne sono tutto in reticolato di strade e stradine che costeggiano campi coltivati, siepi, filari di alberi, fossi e canali. Ecco, in primavera ed estate anche questi luoghi spesso snobbati, sono delle vere e proprie "miniere" botaniche di erbe e fiori, nonché d'insetti e farfalle, dove potersi sbizzarrire con la macrofotografia. Non sottovalutate poi l'autunno, io ho trovato bellissime fioriture e una moltitudine di farfalle anche a ottobre inoltrato.
Certo, non è propriamente "igienico" fermarsi a fotografare fiori e farfalle lungo una statale, anche se io lo faccio, ma non prendete esempio da me, trovatevi una stradina secondaria e poco trafficata, meglio una carraia che si inoltra nei campi, e divertitevi all'aria aperta. Spesso è facile far volare via due ore a fotografare, stando solo in un metro quadro di prato.
Un altro luogo molto fertile di fiori sono le sponde del Taro, in particolare ci sono comodi sentieri che percorrono tutte le sponde, da una parte e dall'altra del fiume, da Ponte Taro a Fornovo. Ci si può accedere scendendo sotto il ponte di Maria Luigia sul Taro a Ponte Taro, oppure dalla corte di Giarola (Collecchio), dalla chiesa di Oppiano (Gaiano) o da Ozzano Taro, proprio sotto la fabbrica di Rodolfi. Sia i prati, che i piccoli boschetti, che le sponde del fiume, nonché lo stesso greto sassoso, sono ricchi di fiori in primavera e nella prima parte dell'estate, diciamo fino a Giugno, poi si passa a settembre e ottobre che offrono altre interessanti fioriture, con altre luci ed altri colori.
Nella pianura padana, interessanti sono anche le spiagge sabbiose ed i boschetti addiacenti che si trovano lungo il fiume Po, luoghi molto belli da fare in bicicletta quando la stagione non è ancora troppo calda.
Sulle colline, interessanti sono i Boschi di Carrega, tra Collecchio e Sala Baganza, oppure potere raggiungere Maiatico ed inoltrarvi a piedi lungo la sterrata che prosegue verso monte, passeggiando tra prati, boschetti e calanchi, od ancora recarvi al Castellaro di Sala Baganza, dove si trova la trattoria "al Belo" si inerpica una stradina che dapprima è asfaltata, quando l'asfalto finisce lasciate l'auto e proseguite a piedi, anche li trovere prati, siepi, boschetti e belle vedute sulla Val Baganza., andate e perdetevi nella natura!
Salendo invece in quota, un luogo veramente interessante, nel mese di giugno in particolare, è la cosiddetta "nave del Penna": una conca prativa che, complice anche la natura geologica del terreno, ospita tante varietà di fiori, alcuni anche molto particolari. Un giorno di qualche anno fa ricordo che rimasi letteralmente incantato dalla quantità di fiori che traboccavano ai lati della stradina che dal fondo valle del Taro sale verso il paesino di Alpe.
In generale tutti i prati di alta quota sono pieni di fioriture in primavera estate, come i prati del monte Tavola, i prati che costeggiano i sentieri di crinale, i dintorni dei laghi del Sillara, il Monte Zatta, il monte Molinatico nei prati sommitali, il crinale che divide la Val Parma dalla Val Baganza, partendo dal passo del Silara, o incamminandosi dal passo della Cisa verso il Groppo del Vescovo, insomma non c'è che l'imbarazzo della scelta.
Ci sono poi ambienti particolari come le rocce ofiolitiche, che spesso per la loro particolare composizione chimica e per la loro capacità di assorbire e trattenere il calore, ospitano spesso specie anche particolari o rare, potete quindi fare una bella passeggiata sulle pendici del monte Prinzera, dove hanno realizzato un piccolo orto botanico nel boschetto sottostante, o potete recarvi alla Pietra Corva o nella Val Cogena partendo da Belforte.
Usate Google Maps per pianificare i vostri percorsi, con le immagini da satellite potreve identificare i prati e le zone verdi e la presenza di stradine o carraie, dove recarvi a caccia di bellezze botaniche. Una cosa molto bella, che io faccio praticamente quasi sempre, è cogliere di volta in volta le occassioni che si presentano. Spesso parto con un percorso in mente o una meta da raggiungere, che puà essee una montagna, un laghetto o una cascata, poi se lungo il percorso trovo altre cose interessanti, come tanti fiori, o costruzioni abbandonate, o animali da fotografare, metto da parte la mia meta o il mio programma, e mi immergo in quello che ha catturato la mia attenzione, poi se rimane tempo proseguo verso la mia meta, altrimenti la raggiungerò un altro giorno, le montagne difficilmente si spostano!
Non parto mai con l'intenzione di fotografare fiori, o animali, o funghi, non è questo per me l'atteggiamento giusto, se non in particolari circostanze, come quando voglio fotografare i fulmini, allora devo per forza aspettare un temporale. Certo parto attrezzato, sia tecnicamente che mentalmente, per quello che prevedo di poter incontrare, ma preferisco di gran lunga scoprire che prevedere, ma sono preferenze strettamente personali.
Amo lasciarmi incantare, stupire, sorpendere, e la natura con me sa farlo benissimo!
La nave del Penna
Cercare fiori è una piccola lezione di vita insomma, non è necessario andare lontano, o cercare luoghi esotici o paesaggi mozzafiato, sono piccoli tesori che si concedono agli occhi di chi sa guardare ed apprezzare il bello nelle piccolezze del quotidiano. Spesso i piccoli tesori si nascondono proprio sotto i nostri occhi, nei posti dove meno ce l'aspettiamo, e per trovarli non è tanto il luogo fisico dove ci troviamo che dobbiamo cambiare, ma il nostro luogo mentale.
Il nostro cervello non legge la realtà esterna, la crea sulla base delle proprie predizioni e controlla la propria creazione attraverso i sensi: viviamo in una sorta di predizione che il nostro cervello fa e che poi controlla e verifica di volta in volta che possa autoavverarsi, chiamando tutto questo realtà.
Anche una semplice passeggiata in un prato, anche l'osservare un semplice fiore, è quindi un indagare su sé stessi, poiché tutto il mondo è "noi stessi" !

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