Castelli e Medioevo: storie di sangue e di violenze.
Immaggine fortemente evocativa del bravissimo artista digiale Jonas De Ro (visitate i suoi lavori >>>)
Una doverosa premessa
Noi uomini "moderni" troppo abituati ad un benessere spesso eccessivo e superfluo e a dare per scontata la nostra dignità di uomini "liberi", guardiamo i castelli e le fortezze con l'occhio del turista, dell'amante dell'arte e della storia, con quell'aria da bonaria superiorità che contraddistingue chi si reputa ormai in salvo, ormai fuori e lontano da quei tempi bui: pura illusione!
I castelli sono ben altro che gioielli d'arte ed attrazioni per turisti: i castelli che punteggiano i nostri paesaggi sono muti testimoni di quanto possa essere raffinato l'ignegno umano quando si tratta di manifestare la propria malvagità, la violenza ed il sopruso. I tesori d'arte, gli arredi sontuosi, arazzi, mobili antichi e tutto quanto incanta l'occhio superficiale del turista, sono ricchezze pagate a caro prezzo dal lavoro servile di umili schiavi e servitori. Spesso bottino di guerra, tributi versati con lacrime e sangue.
I castelli erano luoghi dove veniva somministrata la "giustizia" secondo i personalissimi punti di vista di chi la perpetuava, erano i luoghi delle torture e degli incarceramenti (e non tanto per i criminali, quanto per dissidenti e personaggi scomodi di ogni rango), erano i luoghi del potere e delle ius primae noctis, dei tradimenti e dei veleni, degli assassini e delle gabelle, delle persone murate vive e della servitù considerata come oggetto di proprietà (ivi compresi abitanti e contadini). Erano i luoghi dove si decideva della vita e della morte, della buona e della cattiva sorte, solitamente quest'ultima, di chi stava sotto le mura,
Ammiriamo pure i tesori artistici di questi splendidi manieri, gli affreschi e le cermiche finemente decorate, le loro ardite architetture e i loro curati giardini segreti, fantastichiamo di maghi e di fantasmi, di dame e di cavalieri, d'amori cortesi e di romantiche tragedie, di fate, principesse, draghi e streghe, ma non perdiamo mai di vista il sangue e le tragedie umane che si sono speso consumate all'ombra di queste antiche mura.
Lo spirito non muore mai, ed anche le energie del male continuano spesso ad aleggiare in questi luoghi con la loro perturbante pesantezza: personalmente provo grande fascino per i castelli abbandonati e diroccati, per i ruderi logorati dal tempo, queste macerie sono un simbolo di rivalsa e giustizia perpetuata dal Signore del Tempo nei confronti delle umane vanità ed ingiustizie, il tempo che corrode i simboli dell'illusorio ed arbitrario potere materiale e trafigge mortalmente l'ego smisurato dell'uomo!
Torna a Castelli d'Italia e del Parmense