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Non porto al mercato me stesso e non do più in pasto alla folla la mia vita ne le mie opere, e ancor meno permetto ad altri di giudicare, seguire, criticare o commentare le mie idee, il mio modo di essere ed il mio stile di vita, che sono questioni strettamente private. Io stò già bene, non ho bisogno dell'approvazione altrui, tantomeno ho bisogno di far cambiare idea agli altri.
Uso qualche social unicamente per mantenere alcuni contatti o seguire eventi o argomenti di mio interesse.
Il mercato
"Amico mio, fuggi nella tua solitudine. La foresta e il macigno sanno tacere dignitosamente con te. Sii di nuovo simile all'albero che tu ami, dalle ampie fronde: tacito e attento si leva sopra il mare.
Là dove la solitudine finisce, comincia il mercato; e dove il mercato comincia, là comincia anche il fracasso dei grandi commedianti e il ronzio delle mosche.
Il popolo capisce poco ciò che è grande, cioè la creazione. Ma esso ha comprensione per tutti gli attori e i commedianti delle grandi cause.
Una verità che si insinui solo in orecchie fini, il commediante la chiama menzogna e nullità. Certo, egli crede solo a dèi che facciano gran fracasso nel mondo! Il mercato è pieno di buffoni solenni!
Ma il momento li incalza, così essi ti incalzano: e anche da te pretendono un si o un no. Guai, vuoi assiderti tra pro e contro?
Mai la verità fu al fianco di un assoluto.
Non levare più il tuo braccio contro di loro! Innumerevoli sono essi, e non è tuo destino essere uno scacciamosche."
- Così parlò Zarathustra - Friedrich Nietzsche -
La folla
"La folla: Non puoi ancora correre il rischio di frequentarla.
Non c'è ragione per cui la vanagloria di ostentare il tuo ingegno ti porti in mezzo alla gente con la voglia di tenere pubbliche letture o di dissertare. Ti lascerei la libertà di farlo se tu avessi una mercanzia adatta a questa gente. Ma non c'è alcuno in grado di intenderti.
Per chi allora ho imparato? Non temere di aver faticato invano, se hai imparato per te stesso.
Bene si espresse anche quel tale che, essengogli stato chiesto quale scopo avesse tanta sua diligenza in un'arte destinata a raggiungere una strettissima cerchia di persone, dichiarò: Me ne bastano poche, me ne bssta una, mi basta anche nessuno.
Epicuro scrisse in una lettere per un suo compagno di studi: Tali cose io rivolgo non a molti, ma a te, perchè rappresentiamo uno per l'altro un pubblico più che sufficiente.
I tuoi lati positivi mirino soltanto ad una approvazione interiore."
Seneca - Lettere morali a Lucilio
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