La collezione di cere anatomiche Luigi Cattaneo

22.10.2024

Esiste a Bologna un posticino alquanto inquietante e disturbante, ma che può essere visitato  anche con "leggerezza" dopo aver letto, e ben compreso, le parole di Darrell Standing riportate nello stralcio sottostante.

Si tratta della collezione di cere anatomiche risalenti al primo decennio del '900 e conservate presso l'Istituto Universitario di Anatomia Luigi Cattaneo (info), illustre medico che si prodigò negli anni settanta per il recupero di questi antichi reperti gravemente danneggiati dai bombardamenti della seconda guerra mondiale. In questo piccolo luogo fan bella mostra di sé cere che illustrano l'interno del corpo umano, ed erano utilizzate nei corsi di medicina  al posto di utilizzare autopsie su veri cadaveri, La collezione comprende anche alcune reppresentazioni di malattie particolari, di teschi ed ossa, e di alcuni corpi malformati conservati in vasi di formalina. Insomma ce n'è quanto basta per guastarvi il sonno nelle notti a venire.

Al di là del gusto per il macabro e della pura curiosità sadica che alberga in molte persone, è comunque tutto molto interessante ed istruttivo, soprattutto se si affronta la visita con lo spirito dell' "andare oltre" e del considerare il nostro corpo come una dimora temporanea, perchè la vita non può essere comunque ridotta ad una macchina, per quanto perfetta possa essere.



"Prima di tutto ha ragione Bergson: la vita non può essere spiegata in termini intellettuali. Lo disse molto tempo prima Confucio: se siamo così ignoranti riguardo alla vita, possiamo noi conoscere davvero la morte?  Siamo veramente ignoranti sulla vita e non riusciamo a spiegarla a livello di comprensione; la conosciamo solo a livello fenomenico, proprio come il selvaggio che comprende la dinamo; ma non sappiamo nulla a livello noumenico e della sostanza reale della vita.

In secondo luogo, Marinetti invece sbaglia quando afferma che la materia rappresenta l'unico mistero e l'unica realtà. Io affermo che la materia è solo un'illusione e tu, caro lettore, sai che lo dico con autorevolezza; Comte diceva che il mondo è il grande feticcio; il mondo equivale alla materia ed io concordo con lui.

La vita è realtà e mistero, perchè essa è estremamente diversa dalla pura materia chimica che fluisce con le nobili modalità delle idee. La vita prosegue, è il filo di fuoco che continua nelle modalità della materia. Io lo so. Io sono la vita. Ho vissuto diecimila generazioni e milioni di anni; ho posseduto molti corpi e continuo a esistere; io sono la vita, la scintilla mai estinta che divampa e sorprende l'espressione del tempo; la mia volontà è sempre all'opera e sfoga la passione sugli aggregati di materia argillosa chiamati corpi che io abito transitoriamente.

Caro lettore, non ti ho forse dimostrato come in epoche precedenti, abitando nei vari aggregati di materia argillosi chiamati corpi, sono stato il conte Guillaume de Sainte-Maure, il sudicio eremita anonimo in Egitto e il bambino Jesse il cui padre era stato capitano di quaranta carri durante la grande migrazione verso ovest? In questo momento, mentre scrivo queste righe, non sono forse Darrell Standing, il condannato a morte nella prigione Folsom, già professore di agronomia al College of Agricolture dell'Università della California?

La materia è la grande illusione, la materia è ciò che si manifesta nella forma, ma la forma è un'apparizione. Dove sono in questo momento le falesie rocciose dell'antico Egitto che si sfaldano e dove un tempo mi rintanai come un animale selvatico sognando la Città di Dio? Dov'è ora il corpo di Guillaume de Sainte-Maure che fu trafitto sull'erba al plenilunio tanto tempo fa da quella testa calda di Guy de Villehardouin? Dove sono i quaranta grandi carri del cerchio di Nephi, gli uomini, le donne, i bambini e lo smunto bestiame che in quel cerchio si erano rifugiati?  Tutte queste cose non esistono più perchè erano forme, manifestazioni della materia che fluisce prima di fondersi un'altra volta nel flusso; sono tutte passate, non esistono più.

Adesso la mia tesi è evidente; l'unica realtà che resiste è lo spirito e io sono spirito: dunque resisto. Io, Darrell Standing, inquilino di tante dimore di carne, scriverò ancora qualche riga di queste memorie, poi passeò a miglior vita. Il mio corpo è la mia forma, ma una volta adeguatamente appeso per il collo andrà in sfacelo e nel mondo della materia di esso nulla resterà. Il suo ricordo resterà nel mondo dello spirito. Ma la materia non ha memoria, perchè le sue forme sono evanescenti e ciò che è impresso nelle forme deperisce con loro."

da  Il vagagondo delle stelle  di Jack London - 1915


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ATTENZIONE: immagini forti non adatte ad un pubblico impressionabile.



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