La Littorina
Non è nella meta lo scopo del viaggiare, ma nel fare esperienze, nel fare incontri, nel confrontarsi e nel conoscere sperimentando. La meta è solo un pretesto, una forza motivante, e potrebbe anche non esserci.
Un piccolo viaggio nella memoria e nel tempo sui binari della Pontremolese e negli interni del mitico ETR200 LITTORINA
La Littorina è un antico mezzo di trasporto ormai scomparso e visibile solo in qualche inaccessibile deposito ferroviario, nato negli anni trenta del secolo scorso come mezzo innovativo per il trasporto, confortevole e veloce per il lungo raggio, ma anche efficente e facilmente adattabile per il trasporto locale. Era un mezzo elegante e veloce per l'epoca, all'avanguardia, anche se a me, che lo vedevo da bambino fermarsi nella minuscola stazioncina del mio paese, faceva un po' paura, sembrava un grande e rumoroso mostro. Era l'orgoglio dell'ingegnerira ferroviaria italiana dell'epoca, l'ETR200 detto La Littorina battè il 19 luglio 1939 il record mondiale di velocità su rotaia toccando i 203 km orari.
Mio nonno ogni mattina d'estate mi accompagnava in bicicletta a vedere il treno passare, a me piaceva da matti infilare la testa tra le sbarre del passaggio a livello, e farmi spettinare dall'onda d'aria che il treno scagliava rumorosamente davanti a se, ti toglieva il fiato perchè il treno era molto vicino, era come andare sulle montagne russe stando fermi! La maggior parte dei treni che passavano erano merci o littorine, alcune sfrecciavano, altre si fermavano, con aria stanca ed impaziente.
Ricordo che nella piccola stazione c'era una persona, il casellante lo chiamavano, che abitava li nella stazioncina, e che manualmente apriva e chiudeva le sbarre, che non erano come quelle odierne, ma erano una specie di cancello, identiche a questa nella foto in basso a sinistra, presente ancora fino a qualche anno fa nella stazione di Vicofertile. Si sentiva il trillo squillante del telefono, ed il custode rispondeva alla chiamata che annunciava l'imminente arrivo del treno, quindi chiudeva a mano le sbarre e poi azionava una manovella, posta ad una decina di metri dall'edificio, per chiudere le sbarre anche di un altro passaggio a livello posto qualche centinaio di metri più avanti su di una stradina sterrata. La trasmissione del movimento avveniva tramite un cavo di metallo che si puo' vedere nella foto "d'epoca" qui sotto a destra: a sinistra della ferrovia si vede ancora il cavo. Passato il treno, passato lo sconquasso, si ripetevano tutti i gesti a roverscio per riaprire tutto, era una sorta di piccolo rito meccanico che si ripeteva diverse volte nella giornata.
Ebbene si, anche il piccolo paesino di Gaiano, sulla linea ferroviaria Pontremolese, tra le stazioni di Ozzano Taro e Collecchio, aveva la sua dignitosa fermata del treno, purtroppo non ha mai avuto successo perchè la ferrovia era scomoda, era lontana dal centro del paese e negli stessi anni iniziavano a fare servizio i pulmann, allora più veloci su strada e più comodi in quanto fermavano praticamente sotto casa. Ma ricordo anch'io di aver preso, una volta o forse due, il treno, la Littorina, per andare al mercato a Parma, in Ghiaia, con mia nonna e la sua borsetta nera in finta pelle. In quei lontani anni piazza Ghiaia a Parma era un bazar molto simile alle medine mediorientali, solo in versione occidentale: un labirinto di corridoi stretti, bui e pieni di gente, con ogni tipo di merce accatastata e penzolante da ogni dove. Era un'avventura ogni volta infilarsi in quel formicaio!
In queste due immagini, scattate a cavallo del 2000, quel che rimane della piccola stazioncina di Gaiano, con il marciapiede invaso da bellissimi papaveri rossi.
Ho ritrovato questa antica Littorina visitando il Deposito Rotabili Storici di Milano Centrale, ed è stata una bella emozione, come rivivere vecchi ricordi d'infanzia attraverso un vecchio treno rimesso a nuovo, con le sue penombre, i suoi rumori ovattati, i suoi profumi di meccanica vecchia maniera ed il fascino intramontabile dei viaggi, del viaggiare e di tutto quanto ruota attorno a questo mondo.
Questa è l'immagine della cabina di guida, ripresa con un'ottica ultra grandangolare con 220° di angolo di campo, e mi ricorda molto lo stile vintage Steampunk di molti cosplayer dei nostri giorni:
Altri particolari degli interni:
Per chi fosse interessato a conoscere meglio questo treno che ha fatto la storia delle nostre ferrovie, lascio un paio di link di approfondimento: