Mappe di mondi perduti

23.10.2024

"E' giunto il tempo di riunirci e di marciare la dove c'è bisogno di esplorare. Senza remore possiamo affermare con orgoglio che tutti noi siamo i cartografi chini sulle mappe e tracciamo nuove rotte di navigazione dell'essere, della storia, dell'umanità, mentre davanti a noi brillano ancora le stelle polari del passato e sorge il nuovo sole del futuro."

Lorenzo Maria Pacini da  Dialoghi alla luce del Sole di Mezzanotte



Quadri astratti, paesaggi fantastici o mappe di antichi mondi perduti? O forse di mondi ruturi? In realtà sono le superfici delle rocce e delle pietre, ma già, cosa è poi in fondo la realtà? 

A volte passo ore, chino sotto il sole, a cercare, scrutare, leggere, esplorare e fotografare sassi e pietre, chi mi vede pensa che sia pazzo forse, e probabilmente non ha sicuramente torto, la normalità non è mai rientrata nei miei interessi se non per il minimo indispensabile a sopravvivere.

Mi ci perdo in questi disegni e questi colori, alcune pietre sembrano proprio antiche mappe di navigazione, e a ben pensarci le pietre sono mappe, perchè nella loro formazione hanno registrato ogni evento del passato territoriale del nostro mondo, rappresentando una vera e propria mappa del tempo cristallizzata.

E' bello seguire queste superfici, piacevoli anche al tatto, e smarrirsi con lo sguardo, seguendo curve e linee, avvallamenti, scanalature, fenditure e asperità, ed immaginare mondi lontani forse esistiti, o che forse esistono solo dentro di noi. Ed anche qui ci sarebbe da discuterne a lungo, perchè dov'è questo confine tra noi e il mondo? La nostra pelle forse?  I nostri confini sono spesso linee arbitrarie ed illusorie disegnate da una radicata ignoranza.

Come le macchie dei test di Rorschach, possiamo provare a proiettarci dentro queste forme e questi colori per scoprire forse qualcosa di noi, forse abbiamo un passato in comune con ciò che ha generato queste mappe, o semplicemente possiamo allenare e stuzzicare la nostra immaginazione, rilassarci o fors'anche meditare, spaziando, esplorando e volando sopra questi paesaggi inesistenti, apprezzando la leggerezza della poesia che la natura imprime anche nella materia più dura e pesante, come la roccia.

Tutto questo non ha nulla a che vedere con la geologia vera e propria, naturalmente, ed è altrettanto affascinante osservare come ogni colore, ogni sfumatura, ogni linea ed ogni graffio siano il risultato di processi a volte millenari, come la sedimentazione, altre volte più repentini, come una reazione chimica od un'eruzione o un cataclisma.

Forze possenti come le eruzioni o gli scontri continentali e forze delicate come la carezza del vento o la fluidità dell'acqua hanno collaborato alla realizzazione di questi piccoli capolavori di fantasia, e noi spesso ci camminiamo sopra senza neppure degnarci di gettar loro uno sguardo di ammirazione o di compiaciuta complicità!

Quanti forse ho scritto in queste poche righe, ma le domande son di gran lunga superiori alle risposte... provate anche voi a ammirare ipnoticamente queste superfici, ad ingrandirle, a perdervi nei particolari, provate a viaggiate nel piccolo, nel dentro ....

Son sassi, semplicemente sassi, forse.


Il Viaggiatore senza Meta