Monte Cusna e Prati di Sara

12.05.2024

TRASPORTA LA TUA MENTE IN LUOGHI MAGICI

Gelo e disgelo: la magia dell'inverno


Soprattutto nelle limpide giornate invernali, da gran parte della pianura parmense e reggiana spicca su tutti la mole del monte Cusna, come un polo di attrazione che attira l'attenzione, la curiosità e la fantasia verso questa montagna così imponente e massiccia. Si vede benissimo anche dalla città, nonostante la distanza e le numerose valli, colline e montagne che bisogna scavalcare per arrivarci.

Ci sono diverse vie per salire al Cusna, una molto molto lunga che parte da Ligonchio, si può abbreviare il percorso salendo con una stradina asfaltata ma molto impervia e dissestata fino alle "Prese Alte", dove finisce l'asfalto c'è un parcheggio, e di li si prosegue per sterrata e poi sentiero. Le Prese prendono il nome da alcuni impianti idroelettrici che appunto captano l'acqua per la piccola centrale sottostante di Ligonchio. Da qui parte anche un interessante sentiero EE per raggiungere le cascate di Lavacchiello ed i Prati di Sara, ma questo percorso lo affrontiamo in un'altra escursione ( vedi le Cascate di Lavacchiello >>> )

Altra via, più breve, è quella che affrontiamo in queste escursioni e che parte dal rifugio Monte Orsaro, nell'omonimo paesino, frazione di Febbio, raggiungibile in auto. Parcheggiata l'auto presso il rifugio, un ampia sterrata sale verso il Cusna, diventando poi sentiero. Prosegue anche la sterrata, che si incrocerà diverse volte, ma il sentiero è una scorciatoia.  Degno di nota paesaggisticamente e geologicamente parlando, è il monte Torricella, le cui scoscese ed imponenti pareti rocciose stratificate dominano il paesaggio poco prima di arrivare a Monte Orsaro, un aspro paesaggio che merita di essere esplorato (vedi scheda del servizio geologico Emilia Romagna >>> )

Si costeggiano a destra due montagne molto invitanti, che mi riprometto di visitare presto: l'aguzzo monte Cisa ed il monte Prampa.  Dopo un'oretta di salita si incontra una deviazione per la vetta, di mezz'oretta più lunga, che può essere utilizzata per l'andata o il ritorno, volendo fare un percorso ad anello. Se si prosegue dritti mantenendo la via principale, si arriva ad un pianoro dove il sentiero prosegue a sinistra per la vetta, o a destra per i prati di Sara. Dal rifugio alla vetta è una camminata di circa 2,5 / 3 orette, l'ultima parte molto faticosa in quanto ripidissima. 

Abbiamo voluto salire con la neve, molto affascinate, la prima volta si saliva tranquillamente perchè la giornata era calda e la neve morbida,  reggeva bene senza scivolare, ma a poche decine di metri dalla vetta si è annuvolato ed è arrivato un vento gelido, la temperatura è scesa ed avevamo il timore che la neve tornasse a gelare, allora abbiamo desistito,  occorrevano i ramponi che avevamo stupidamente lasciato in macchina. Il Cusna è una montagna severa,  in caso di neve si può tranquillamente raggiungere la base anche solo con gli scarponi, ma andare oltre richiede attrezzatura idonea ed esperienza.

La giornata ha regalato comunque scorci paesaggistici incredibili e grandiosi, grazie alle nuvole che davano spettacolo ed ai colori del tardo pomeriggio. La montagna era molto affollata, ed ognuno se la godeva a modo suo (sci, snowboard, ciaspole, bob, bambini, cani, fotografi...) ma comunque gli spazi sono talmente ampi che non si sente aria di affollamento. 

Siamo poi tornati un mesetto dopo, agli inizi di Maggio, quando la neve era parzialmente sciolta, disegnando il paesaggio con piacevoli striature bianche che rompevano la monotonia delle praterie sommitali, infatti il monte Cusna è un'enorme piramide brulla che sarebbe probabilmente monotona, per esempio nel periodo estivo. Nonostante la giornata calda e soleggiata, la neve era comunque ancora ghiacciata in molti punti. In alcuni tratti il paesaggio è roccioso e brullo, con una colorazione scura rossastra, sembrava quasi di camminare sulle pendici di un vulcano!

Sono infatti le condizioni atmosferiche che rendono magico un paesaggio, e la neve è sommamente magica, assieme alle formazioni nuvolose e alle nebbie. Sono le giornate nelle quali si portano a casa le immagini più epiche, dove le forze della natura fanno sfoggio della loro fantasia creativa.

Alla base del Cusna si trova un bel pianoro erboso cosparso di pozze d'acqua, in fotografia sembrano laghetti, ma sono solo pozze e probabilmente in estate sono asciutte. Dalla vetta e da tutto il pendio del Cusna si gode di una mirabile vista che spazia dal Golfo dei Poeti al monte Cimone, dalle Apuane al Cerreto e all'Alpe di Succiso, dalla Pietra di Bismantova alle città di Parma, Reggio e Modena.

In questa immagine ripresa poco sotto la vetta, si nota bene il paese di Castelnuovo Monti (dove abbiamo scoperto che anche di prima mattina si può fare colazione con gnocco fritto e salume, ottimo rifornimento di energie per affrontare l'escursione),  e la Pietra di Bismantova:  si nota molto la differenza di colorazione, ancora invernale sulle pendici del Cusna, già verde primaverile nelle montagne circostanti.



Dalla base del Cusna, il sentiero si dirama a destra verso i Prati di Sara che si raggiungono in poco più di un'oretta: un bell'altopiano da cui si gode una splendida vista sul Cusna, un bel posto dove trascorrere una giornata in tranquillità senza voler fare cose troppo impegnative, un pic-nic insomma o un bagno di sole. Da qui si possono raggiungere anche le sottostanti cascate di Lavachiello, ma il percorso è un po' impegnativo e lungo, soprattutto la risalita per il ritorno.

Ci siamo attardati su questi pianori fino al tramonto, le luci e i colori erano fantastici e non si sarebbe mai voluti venir via, si respira aria di vastità, di spazio libero, di maestosità, ci si dimentica di se stessi e si diventa un tutt'uno con la magia della Natura. 

Noi abbiamo scelto questo percorso, il più classico, ma ci sono anche altre vie ed altre escursioni, anche sulle cime circostanti, ma sono molto più impervie. Partendo ad esempio da Febbio, ho letto che dovrebbero trovarsi anche i resti di un'antica ferrovia utilizzata agli inizi del secolo scorso per trasportare a valle il legname, deve approfondire l'esplorazione e vi aggiornero'.

Inutile dire che siamo tornati alle auto con il buio, come sempre. Se anche a voi piace lasciarvi rapire da queste atmosfere, portatevi sempre delle luci.

Qui potete trovare l'album fotografico di queste giornate:

>>> Il Viaggiatore senza Meta <<<

Free Wild Spirit - You will never have me - by Andrea Franchi - all rights reserved