L'Ossario di Solferino
C'è un solo messaggio universale di speranza: certa è la morte per colui che nasce; e la nascita per colui che muore.
Un piccolo comune a sud del lago di Garda, un luogo dove si è costruita l'Italia, o l'idea dell'Italia per chi ne conosce la vera storia, e le cui campagne furono il palcoscenico di una feroce battaglia tra gli eserciti Francese ed Austriaco, il 24 giugno 1859, o per essere più precisi il palcoscenico di un macabro rito di sangue e di morte, perchè in definitiva questo sono le guerre, mentre a noi comuni mortali fanno credere alle solite idiozie del nemico, dei confini, dell'invasione ed altre allegre storielle, allegre se poi non ci fosse di mezzo la sofferenza di tante migliaia di persone, ma è proprio questo l'obiettivo: la nostra sofferenza è il "loro" pane.
Le migliaia di caduti di questa carneficina furono frettolosamente sepolti in fosse comuni nei campi di battaglia, migliaia di cadaveri talvolta ricoperti da uno strato talmente esiguo di terra che numerosi resti cominciarono macabramente a rispuntare dal terreno poco tempo dopo la loro sepoltura. Per evitare questo macabro scempio, si penso allora di raccogliere i miseri resti di questi soldati e dargli più degna sepoltura in un ossario comune, dove coloro che furono nemici in vita, potessero trovare fratellanza nell'aldilà, come sottolinea una targa in marmo all'ingresso della chiesetta. Nel 1869 si avviarono i lavori di disseppellimento grazie all'interessamento del conte Luigi Torelli, senatore dell'appena costituito Regno d'Italia, e nel giugno del 1870 venne inaugurata la struttura che ancor oggi possiamo vedere, e dove possiamo meditare sul valore effimero delle nostre terrene bandiere e dei nostri colori, che ci dividono su questa terra, ma non ci possono allontanare dalla nostra comune sorte, al di fuori di questo pianeta.
E' impressionante la quantità di teschi e di ossa che fanno mostra di sè in questo luogo spettrale, tutti ben ordinati seguendo una agghiacciante geometria della morte.
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"O Ardjuna! Ti ho chiamato sovrano del sonno perchè il tuo spirito perennemente veglia. Ma il tuo spirito ora si è addormentato, e il tuo corpo ha vinto la tua anima. Tu piangi per coloro che non conviene piangere, e le tue parole mancano di saggezza. Gli uomini che sanno, non lamentano né i vivi né i morti. Io, tu e quei condottieri, noi siamo sempre esistiti e mai cesseremo di esistere in futuro. Come, in questo corpo, l'anima sperimenta l'infanzia, la giovinezza la vecchiaia, così la sperimenterà in altri corpi. Chi discerne non si angustia. Figlio di Bharat! Sopporta il dolore e il piacere di un'anima costante. Coloro che vedono l'essenza vedono l'eterna verità che domnia l'anima e il corpo. Sappi dunque che ciò che ciò che pervade ogni cosa è al di sopra della distruzione. Nessuno può distruggere l'inesauribile. Tu sai che questi corpi non dureranno. Ma i veggenti sanno anche che l'anima incarnata è eterna, indistruttibile e infinita. Per questo, và e combatti, o nato da Bharat! Coloro i quali credono che l'anima possa uccidere o essere uccisa, sono ugualmente in errore. Essa non uccide e non perisce. Non è nata e non muore., né può perdere quell'esistenza che ha sempre avuto. Come una persona abbandona vecchie abitudini per assumerne di nuove, così l'anima incarnata abbandona il suo corpo per assumerne altr; non la ferisce la spada, né il fuoco la brucia; non la bagna l'acqua, né laria la asciuga. E' impermeabile e incombustibile. Durevole, salda ed eterna, tutto supera. Non devi dunque preoccuparti né della nascita né della morte., o Ardjuna! Certa è la morte per colui che nasce; e la nascita per colui che muore."
- Krishna, Signore degli Spiriti -
Il Viaggiatore senza Meta