Pietra Corva

28.03.2025

Il misterioso macigno della Val Ceno: una piramide naturale



Pietra Corva è uno spettacolare spuntone di roccia ofiolitica che domina, assieme alla rupe del castello di Roccalanzona, tutte le vallate circostanti, ovvero la valle del torrente Boccolo, del torrente Dordone e dei fiumi Taro e Ceno, nonché rimane ben visibile e riconoscibile anche dalla pianura e da altre alture del Parmense, nonostante la sua altezza sul livello del mare non sia nulla di eclatante, solo 543 metri. Ciononostante, dalla sua sommità si gode di un bellissimo panorama a 360 gradi, ed il luogo invita a sostare e a spaziare con lo sguardo ed i pensieri. E' un luogo magnetico, attira da lontano ed invita ad intrattenersi, a tornare.

Da quassù si può notare bene il punto dove il Taro e il Ceno, i due fiumi "gemelli", convergono per ricongiungersi presso Rubbiano, come si nota bene in questa fotografia molto particolare, scattata in un pomeriggio temporalesco nel momento in cui due "lame" di luce solare filtrate dalle nubi hanno illuminato per qualche breve attimo solamente i letti dei due fiumi,  lasciando invece completamente "al buio" le montagne circostanti.



Ci vorrebbe il parere di un geologo esperto, ed io non lo sono, ma questo massiccio roccioso mi pare della stessa pasta del massiccio che sorregge il castello di Bardi, ovvero Diaspro Rosso, le rocce sommitali infatti hanno una spiccata tinta tendente al rosso cupo, ad ogni modo si tratta di una roccia ofiolitica.  

Questa zona è stata abitata fin dalla preistoria, come praticamente per tutti gli speroni rocciosi di ofiolite presenti nel nostro territorio, forse perchè questi speroni potevano offrire un punto elevato di rifugio e difesa naturali, ma questo ci porta a cadere nello stereotipo dell'uomo primitivo come essere quasi animalesco e senza cultura, sempre impegnato in una perenne lotta per la sopravvivenza, in un mondo ostile e feroce, mentre probabilmente non era così: i cosiddetti primitivi potevano infatti avere capacità spirituali e sensoriali ben diverse dalle nostre, come sostengono molti studiosi, avevano sicuramente conoscenze geomantiche ed una connessione con il pianeta che noi moderni abbiamo da tempo dimenticato, pertanto sceglievano dove e come vivere seguendo criteri ben diversi da quelli che noi oggi immaginiamo, proiettando su di essi i nostri preconcetti, la nostra mentalità ed i nostri valori. 

"... l'essere vivente più importante che influenza al massimo la salute dell'uomo è l'essere in cui abitiamo, la nostra casa, che riflette ciò che siamo e ci aiuta a migliorare se vogliamo migliorare, e a peggiorare se questa è la nostra volontà. La neccessità di costruirsi una casa nasce con il bisogno di avere una cassa armonica che permetta alla persona che vi abita di esprimere al meglio le proprie vibrazioni, in sintonia con gli altri ambienti e con le espressioni vitali di ogni essere vivente. La natura del luogo (falde freatiche, correnti d'acqua, venti predominanti, grotte, minerali) che influenza il comportamento fisico e psichico di un individuo, rappresentava un primario criterio di scelta. Questi antichi costruttori erano ben consapevoli della funzione dei monumenti cosiddetti sacri, che erano posizionati sugli addensamenti di flussi energetici: avevano quindi il compito di plasmare, ampliare ed emettere queste energie, in modo che ognuno potesse goderne in rapporto al proprio grado di consapevolezza."

(da  GIGANTO-TERAPIA, La tomba di giganti di Li Mizzani: dono di Dio dimenticato  di  Raimono Altana, Mauro Aresu e Cinzia Sandri - Edizioni Grafica del Parteolla - 2018)



Probabilmente questa roccia è stata teatro di antichi riti o cerimonie in un remoto passato, in effetti queste rocce provengono dalle intime profondità  del nostro pianeta, generate da un fuoco vitale e creativo, e possono rappresentare, quantomeno simbolicamente, un ponte o una connessione col cuore o con l'anima del pianeta, hanno insomma  una certa aura di sacralità intrinseca. Vista dall'alto ha inoltre una spiccata e curiosa forma piramidale.

E' assai probabile che l'uomo "primitivo" fosse una creatura solo esteriormente simile a noi, ma sostanzialmente fosse tutt'altra cosa da quello che siamo noi oggi, pertanto i due modi di vedere e concepire il mondo e la vita, quello preistorico e quello attuale, probabilmente rimarranno sempre estranei ed incomprensibili l'uno all'altro.  

Osservando certi picchi rocciosi, come questo o ancor meglio i corni di Corniana o le rocche di Drusco, tutti siti di insediamenti preistorici, ed osservando in giro per il mondo le costruzioni megalitiche dei nostri antenati, non mi sembra azzardato pensare che alcune montagne dalla particolare conformazione, potessero essere utilizzate come "menhir" naturali, od anche essere i menhir riproduzioni in scala ridotta di particolari formazioni rocciose con particolari proprietà, ovvero un modo di imitare natura con gli stessi materiali di natura, ovvero le rocce.



Molte storie strane circolano attorno a questa montagna, per esempio in certe notti si potrebbero vedere due specie di ali o di drappi luminosi e biancastri salire dalla base della rupe verso il cielo, dapprima avvolgendo tutta la roccia e poi svanendo nel buio profondo della notte.

Una leggenda che risale al medioevo narra dell'amore sbocciato tra un giovane pastore che viveva pascolando le sue greggi nei prati attorno al castello di Roccalanzona, e la giovane figlia del castellano. Ovviamente un amore tormentato e fortemente osteggiato dalla famiglia di lei, che per "ovvi" motivi di rango sociale, non potevano permettere una simile frequentazione. Fermamente decisi a non rinunciare al loro amore, i due giovani decisero di unirsi per sempre fuggendo da questo mondo malvagio, buttandosi insieme dalla rupe rocciosa, per poter finalmente amoreggiare indisturbati in un'altra realtà. In particolare nelle notti di luna piena, sarebbe possibile vedere ancora i loro spiriti corteggiarsi sotto forma di luminescenze biancastre che esalano dal fondo della rupe salendo verso il cielo.

Altri strani fenomeni luminosi sono stati avvistati ed anche studiati in altre zone delle montagne del parmense, in particolare in una piccola valle nei dintorni di Solignano, fenomeni verificatisi anche durante la costruzione della recente nuova galleria ferroviaria tra Citerna e Solignano. Leggende a parte, questi fenomeni luminosi potrebbero essere legati ad alcune proprietà piezoelettriche dei minerali che costituiscono le rocce, e potrebbero celare una fonte sconosciuta di energia.





Un breve video:


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- Angelo Ghiretti: Preistoria in Appennino - Associazione Ricerche Valtaresi "A.Emanuelli"

- Massimo Teodorani: Sfere di Luce, Grande mistero del pianeta e nuova frontiera della fisica - Macro Edizioni

- Nicola Bizzi: Arcana Temporis, le limitazioni dei moderni storici e scienziati nella comprensione della dimensione del sacro e della spiritualità degli antichi - Ediz. Aurora Boreale

- Archeologia: Le antiche civiltà Europee - Fabbri editori

- Mario Balocco: Luoghi magici, aspetti misteriosi ed esoterici del territorio italiano - Ediz. Età dell'Acquario

- Raimondo Altana:  Siti megalitici, accelleratori naturali di particelle - Fabbroni edizioni 

Invito anche a visitare il sito interessantissimo dell'associazione di questi ricercatori all'avanguardia >>> Associazione Uomo Terra Energia  <<<


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