Passo della Cisa, Groppo del Vescovo e Monte Borgognone
Una lunga cavalcata di crinale sopra un mare di nebbia
"Camminando ho incontrato i miei pensieri migliori"
Erling Kagge
Una mattina di Febbraio siam partiti alla volta della Lunigiana per un'escursione nei dintorni di Pontremoli, ma arrivati poco prima del Passo della Cisa, letteralmente un fiume di nebbia scendeva dal crinale come un enorme lago che tracimava dalla Toscana nelle valli del parmense. Nel luogo della nostra meta sarebbe stata una giornata grigia, e siccome io adoro la nebbia, soprattutto se vista dall'alto, abbiamo deciso di cambiare meta e ci siamo fermati al Passo della Cisa, per imboccare il sentiero di crinale in direzione Groppo del Vescovo e Passo del Cirone.
Scelta azzeccatissima, appena raggiunto il crinale, si spalanca davanti ai nostri occhi un luminoso mare bianco e silenzioso di nebbia immobile, e al di sopra un cielo di un azzurro surreale: un paesaggio fantastico, letteralmente un altro mondo, un'atmosfera ovattata, sospesa, immobile, in una parola un'atmosfera fatata.
Abbiamo quindi seguito il sentiero di crinale con bellissime vedute sulla Lunigiana sommersa e le sue montagne che si elevavano come immense isole, ed ampie vedute limpide sulla testata della Val Baganza ed il parmense. Avevo già percorso questo itinerario molti anni fa, con un vento che mi costringeva a camminare obliquo per non essere buttato a terra, fino al Passo del Cirone, ma non me lo ricordavo così bello. Sicuramente sarà anche stata la suggestione della nebbia, ma i paesaggi che si ammirano sono molto piacevoli. Il primo tratto inizia in un bosco misto tra faggi e pinete, poi sulla sommità del crinale si viaggia in un continuo saliscendi di pendii prevalentemente erbosi, anche con pendenze piuttosto impegnative.
Si attraversa dapprima il pianoro denominato "Sella del Valoria" dove ci hanno accolto alcuni cavalli in libertà, qui sono stati rinvenuti diversi ritrovamenti archeologici, è qui infatti che anticamente transitavano i viandanti, i pellegrini, i commercianti e gli eserciti, qui era "il passo" prima della costruzione della moderna strada della Cisa voluta da Maria Luigia. (maggiori info >>>).
Tutto il percorso comunque profuma di storia, questo tratto di crinale è infatti costellato da antichi cippi di confine in pietra, che delimitavano la il Gran Ducato di Toscana dal Ducato di Parma.
Il Groppo del Vescovo è uno sperone irto e roccioso, di colore chiaro, che spicca sull'andamento dolcemente ondulatorio del crinale circostante, è ben visibile da chi percorre l'autostrada della Cisa, nell'ultimo tratto toscano prima della galleria di valico. Sulla sua sommità c'è un piccolo boschetto di faggi al quale si accede transitando tra due alberi che sembrano messi li apposta, come due colonne di un portale per accedere "al piccolo bosco sacro": questa è la netta impressione che ho avuto. Un boschetto intricato, ma nel mezzo aperto e libero, anche se in pendenza, al centro presiede il grande spirito: un bel faggio secolare, un luogo ideale insomma per ritirarsi in santa pace e meditare, od anche solo per godersi un salutare isolamento, per ristabilire una connessione, per ricaricarsi.
Lasciata la sommità del Groppo, sul quale abbiamo mangiato con i piedi a penzoloni nel vuoto, incontriamo un altro grande spirito: sul dirupo roccioso affacciato sul vuoto, elegantemente modellato dal vento, vive un altro bellissimo albero, non sarà particolarmente grande, ma è magnifico per la sua forma e per la posizione che occupa. Per quanto mi riguarda, merita camminare fino a qui solo per incontrarlo. Il suo lato migliore lo si apprezza dal lato del dirupo, ma bisogna saper volare! Io ho usato un piccolo drone allo scopo...
Da tener presente anche che la grafia dei rami la si apprezza solamente d'inverno, quando l'albero non ha foglie. Ogni stagione ha i suoi frutti.
La giornata particolarmente limpida mi ha permesso di fotografare questo bellissimo albero che si erge sul vuoto del precipizio appenninico mentre alle sue spalle facevano da corona le cime innevate delle Alpi, una visione sublime! Peccato che nel corso della giornata siano iniziate le "irrorazioni aeree" che hanno deturpato il cielo con assurde scie venefiche e hanno reso lattiginosa l'atmosfera: un sacrilegio!
Con un continuo ed impegnativo saliscendi, siamo arrivati alle pendici del Monte Borgognone, che si staglia come in religiosa devozione verso la massiccia mole del Monte Orsaro e del crinale dell'Alta Val Parma; ormai si stà facendo sera ed i prati di erba ancora secca si accendono di colori caldi e fiammanti. Il passo del Cirone non è lontano, ma non c'è tempo per raggiungerlo, e soprattutto per tornare. Dal Passo della Cisa al Passo del Cirone il percorso è impegnativo, come tempistica di percorrenza, e non è fattibile nei mesi invernali per mancanza di luce, a meno che non si voglia tornare con il buio, il che potrebbe essere molto affascinante, specie con la luna piena.
Al ritorno, il tramonto ci ha regalato paesaggi affascinanti e, calato il sole, il bosco si è tinto di un rosa incredibile e seducente. Abbiamo fatto gli ultimi tre quarti d'ora di percorso nel bosco al buio e senza luci, perchè le avevamo dimenticate, ma sono sempre esperienze molto molto emozionanti.
E' un percorso a mio parere molto bello e suggestivo, anche se poco conosciuto e poco frequentato, anzi forse più affascinante anche per questi motivi. Non essendoci particolari difficoltà, può essere molto suggestivo percorrerlo appunto anche di notte, o anche farci una bella ciaspolata in presenza di neve.
Al seguente link potete dare un'occhiata alle fotografie:
>>> Il Viaggiatore senza Meta <<<
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