I COLORI CALDI DI FINE INVERNO
The warm tones of late winter
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Il mese di Marzo è un periodo di transizione, la natura inizia in silenzio a prepararsi per l'imminente risveglio primaverile, ma apparentemente ancora tutto è immobile, apparentemente senza vita, ancora nessuna foglia, solo qualche timido fiore, che si nasconde nel sottobosco, come fosse un clandestino fuori stagione. Non so se ci avete mai fatto caso, ma tutto il paesaggio appare monocromatico, esiste praticamente un solo colore, il marrone, declinato in infinite sfumature, che sconfinano nel giallo e al rosso, che si infiamma negli ultimi minuti di luce della giornata. Fanno da contrasto solo l'azzurro del cielo, che si rispecchia nelle acque, e qualche tappeto di fresco verde. Nonostante le temperature del periodo siano spesso ancora piuttosto rigide, questi colori sono sorprendentemente caldi e seducenti, anche se sono espressione di una natura ancora apparentemente morta, è un contrasto emotivo, romantico, languido, dal sapore un po' gotico, e mi ricorda le tinte degli artisti preraffaeliti e le loro spigolose linee, come i bastoni contorti di questi paesaggi. Quella del mese di Marzo è una natura rigida, solitaria, silenziosa, un po' come il mio carattere, forse non a caso sono nato in questo periodo.
Non so se ci avete mai fatto caso, ma ovunque vi guardiate in campagna, in montagna o al fiume, esiste in questo periodo un solo colore, tutto è marrone: la terra, le rocce, le foglie secche a terra, gli alberi ancora senza foglie, l'erba nei prati ancora rinsecchita e che riflette una calda luce dorata. Nelle belle giornate di sole, la luce di questo mese si fa vivida e brillante, calda, avvolgente e cristallina, ed invita ad uscire, stare all'aria aperta, e questo pare così bello e gradevole dopo le lunghe, buie e cupe giornate invernali, la sera si attarda visibilmente sempre più ad arrivare: anche se l'inverno non è ancora finito, si avverte un'inquietudine e un senso di attesa, si vive come in un tempo sospeso, il nostro corpo e la nostra mentre sono attraversati da strane e piacevoli sensazioni, e il tepore del sole comincia a far pesare il fardello degli abiti.
Il marrone è il colore della terra e di molte rocce, quella stessa terra che custodisce nel suo grembo i germogli ed semi della vita, e nel suo caldo e fertile grembo questi maturano e rinascono ogni anno a nuova vita, è un ciclo ancestrale che scandisce la vita come un orologio cosmico inesorabile. Questo colore rimanda al culto della Grande Madre tellurica, l'elemento cosmico femminile, e per questo nella cultura giapponese il marrone è il colore della seduzione, e generalmente è il colore della corporeità e della soddisfazione, chi ama questo colore ha un buon rapporto col proprio corpo e con le sue sensazioni.
Ma la terra sa essere anche matrigna, e a volte è sterile, secca, avara ed improduttiva: non nutre, ma genera sofferenza e fame, per questo in alcuni periodi dell'antichità il marrone era il colore associato alla povertà e ad una vita semplice e frugale: nell'antica Roma marrone era il colore delle vesti delle classi più povere, dei servi della gleba, de mendicanti e dei condannati dal tribunale: il marrone non dobbiamo dimenticarcelo, ha anche questa valenza denigratoria, in quanto è il colore della lordura, delle feci e degli escrementi, anche in senso simbolico quindi, e non solo nella nostra cultura, questo racchiude un apparente contrasto di significati: il letame infatti è il miglior concime e fertilizzante per la terra, repellente ma essenziale e necessario; ma questo colore trova riscatto nelle parole del cantautore De Andrè: dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fior ! Anche il saio dei monaci è di color marrone, coloro che si vestivano di questo colore lo facevano simbolicamente per indicare il loro distacco da istituzioni religiose ricche ed opulente, dedite più ad interessi terreni che non spirituali, per seguire una via di povertà e semplicità.
Simbolicamente il color marrone rappresenta quindi sentimenti di protezione materna, è un colore che dà sicurezza e tranquillità, rappresenta il variegato mondo delle sensazioni, del buon senso e della concretezza, un colore che rimanda ad antiche sapienze e tradizioni ancestrali.
Polvere eravamo, e polvere torneremo: nella terra, nel marrone quindi prima o poi torneremo, e con esso ci amalgameremo, questo colore è pertanto indissolubilmente legato alla nostra vita, sia come simbolo di fertilità, sia come simbolo di morte, è il colore della ciclicità della vita e della natura, è il colore del movimento cosmico.
Il colore è un vero e proprio linguaggio che comunica direttamente alle nostre emozioni, spesso travalicando gli schemi della ragione, sempre le culture hanno sempre tentato di mettere le mani su questa grammatica inconscia, proprio perchè diretta e potente e, senza mediazioni, influenza le sfere più profonde del nostro essere. E' sempre bene conoscerlo questo linguaggio, per non restare come passive grafie sulle pagine scritte da altri.
The month of March is a period of transition, at least here in Italy, where nature silently begins to prepare for the imminent spring awakening, but apparently still everything is still, apparently lifeless, still no leaves, just a few shy flowers, who hides in the undergrowth, as if he were a stowaway out of season. I don't know if you've ever noticed, but the whole landscape appears monochromatic, there is practically only one color, brown, declined in infinite shades, bordering on yellow and red, which ignites in the last minutes of light of the day. The contrast is only with the blue of the sky, which is reflected in the water, and some fresh green carpet. Although the temperatures of the period are often still quite cold, these colors are surprisingly warm and seductive, even if they are an expression of a still seemingly dead nature, it is an emotional, romantic, languid contrast, with a slightly gothic flavor, and reminds me of colors of the Pre-Raphaelite artists and their angular lines, like the twisted sticks of these landscapes. That of the month of March is a rigid, solitary, silent nature, a bit like my character, perhaps not by chance I was born in this period.
I don't know if you've ever noticed it, but wherever you look in the countryside, in the mountains or at the river, there is only one color in this period, everything is brown: the earth, the rocks, the dry leaves on the ground, the trees still without leaves, the grass in the meadows still withered and reflecting a warm golden light. On beautiful sunny days, the light of this month becomes vivid and bright, warm, enveloping and crystalline, and invites you to go out and be outdoors, and this looks so beautiful and pleasant after the long, dark and gloomy winter days, and the evening visibly takes longer and longer to arrive: even if the winter is not yet over, there is a sense of restlessness and a sense of waiting, one lives as if in a suspended time, our body and ours mind are crossedfrom strange and pleasant sensations, and the warmth of the sun begins to make the burden of clothes heavy.
Brown is the color of the earth and of many rocks, that same earth that holds in its womb the buds and seeds of life, and in its warm and fertile womb these mature and are reborn every year to new life, it is an ancestral cycle that marks life as an inexorable cosmic clock. This color refers to the cult of the Great Telluric Mother, the cosmic female element, and for this reason in Japanese culture brown is the color of seduction, and generally it is the color of corporeality and satisfaction, those who love this color have a good relationship with his body and its sensations.
But the earth can also be a stepmother, and at times it is sterile, dry, stingy and unproductive: it does not feed, but generates suffering and hunger, which is why in some periods of antiquity, brown was the color associated with poverty and a simple life, frugal: in ancient Rome brown was the color of the clothes of the poorer classes, serfs, beggars and condemned people, we must not forget that the brown has this denigrating value, it is the color of filth, feces and excrements, even in a figurative sense then, and this not only in our culture, this still contains an ambivalence of meanings: in fact, manure is the best fertilizer for the earth: repellent, but essential and necessary, to put it in the words of the italian songwriter De André : nothing comes from diamonds, flowers come from manure ! Even the monks' habit is brown, those who wore this color did it symbolically to indicate their detachment from rich and opulent religious institutions, dedicated more to earthly rather than spiritual interests, to follow a path of poverty and simplicity.
Symbolically, brown therefore represents feelings of maternal protection, it is a color that gives security and tranquility, it represents the variegated world of sensations, common sense and concreteness, a color that refers to ancient knowledge and ancestral traditions.
Dust we were, and dust we will return: in the earth, in the brown therefore sooner or later we will return, and with it we will blend, this color is therefore inextricably linked to our life, both as a symbol of fertility and as a symbol of death, it is the color of the cyclical nature of life and nature, it is the color of cosmic movement.
Color is a real language that communicates directly to our emotions, often going beyond the patterns of reason, cultures have always tried to get their hands on this unconscious grammar, precisely because it is direct and powerful which, without mediation, influences the spheres deeper than our being. It is always good to know this language, so as not to remain as passive handwriting on the pages written by others.